Le difficoltà grafo-motorie nella scrittura a mano

Negli ultimi decenni è stato riscontrato, sia in ambito clinico sia dagli insegnanti, un considerevole aumento delle difficoltà grafo-motorie nella scrittura manuale che riguardano, in linea generale, la leggibilità della scrittura e la velocità della produzione scritta (BLASON L., BOREAN M., BRAVAR L, ZOIA S., IL CORSIVO DALLA A ALLA Z. UN METODO PER INSEGNARE I MOVIMENTI DELLA SCRITTURA – LA TEORIA, ERICKSON, TRENTO 2004, P.37) .

Le difficoltà nella scrittura a mano si configurano, pertanto, come un fenomeno sommerso che viene troppo spesso sottovalutato se non addirittura ignorato (A.VENTURELLI, SCRIVERE: L’ABILITÀ DIMENTICATA. UNA PROSPETTIVA PEDAGOGICA SULLA DISGRAFIA, MURSIA, MILANO 2009, P.66).

La scrittura al computer, digitando le lettere sulla tastiera, è una delle pratiche che più sta condizionando la scrittura a mano. Nonostante questa evidenza, lo scenario che sembra configurarsi non è quello di una sostituzione ma quello di una integrazione.
Senza entrare nel merito di un tema così complesso, una pratica che sembra confermare uno scenario nel quale convergono e si integrano tecnologie diverse è la tavoletta grafica. L’utilizzo della tavoletta grafica è una tecnica che, come la scrittura manuale, implica l’utilizzo di uno strumento scrittorio e di un supporto.

È ormai diventata una pratica estremamente diffusa – negli uffici pubblici o per confermare la ricevuta di un pacco o di un documento – quella di apporre la propria firma su una tavoletta elettronica utilizzando uno strumento scrittorio elettronico. L’attività grafica, intesa come l’abilità di utilizzare uno strumento scrittorio, svolge ancora un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento. È sufficiente soffermarsi a riflettere sul lungo e difficile processo che dallo scarabocchio conduce alla scrittura, passando per il disegno, per rendersi conto dell’importanza che caratterizza l’acquisizione di questa abilità.

Nelle attività quotidiane, la scrittura manuale rimane una delle forme più immediate di comunicazione quando prendiamo appunti o lasciamo brevi messaggi. Le conoscenze, sia in ambito scolastico che universitario, sono molto spesso giudicate attraverso prove scritte. Sono con frequenza richieste prove scritte in esami e concorsi (Su questo tema si veda Borean M., Paciulli G., Bravar L. e Zoia S, DGM-P: Test di valutazione delle difficoltà grafo-motorie e posturali della scrittura, Erickson, Trento 2012, p.12 e p.30; A.Venturelli, Scrivere: l’abilità dimenticata. Una prospettiva pedagogica sulla disgrafia, cit., p.11).

In ambito scolastico, una grafia poco leggibile influenza il giudizio dell’adulto, dell’insegnante sul prodotto scritto nella sua globalità, e dunque il suo giudizio anche sui contenuti (Borean M., Paciulli G., Bravar L. e Zoia S, DGM-P: Test di valutazione delle difficoltà grafo-motorie e posturali della scrittura, cit., p. 37).

L’attenzione che il bambino con difficoltà grafo-motorie è costretto a investire per produrre una scrittura “leggibile” sottrae risorse cognitive al controllo della correttezza ortografica che alla pianificazione del testo. Tale difficoltà ha, pertanto, ripercussioni negative anche sulla componente linguistica del testo scritto.   (Su questo tema si veda Zoia S., Baldi S., Santinelli L., Che cos’è la disgrafia, Carocci, Roma 2020, p.8; Borean M., Paciulli G., Bravar L. e Zoia S, DGM-P: Test di valutazione delle difficoltà grafo-motorie e posturali della scrittura, cit., p. 37)

Spesso i bambini con difficoltà nella scrittura manuale adottano strategie per evitare i compiti di scrittura e maturano un senso di inadeguatezza rispetto alle richieste scolastiche e alle aspettative dei genitori. (Su questo tema si veda: Borean M., Paciulli G., Bravar L. e Zoia S, DGM-P: Test di valutazione delle difficoltà grafo-motorie e posturali della scrittura, cit., p. 37; A.Venturelli, Scrivere: l’abilità dimenticata. Una prospettiva pedagogica sulla disgrafia, cit. p.73)

Da una serie di ricerche è emersa una relazione tra difficoltà grafo-motorie nei primi anni di scuola e difficoltà nell’ambito dell’apprendimento negli anni successivi (Ibid.)

Evidenze scientifiche hanno, infine, dimostrato che i problemi emotivi derivanti dalle difficoltà nella scrittura manuale non si risolvono quando lo studente si diploma, ma influenzano molte aree della vita: il percorso universitario, la carriera, le relazioni personali. (Ibid.)

Alcune percentuali

Scrivere manualmente è una delle attività più frequenti nella routine scolastica: si calcola che gli studenti trascorrano dal 30 al 60% della loro giornata a scuola a scrivere manualmente e in altri compiti di motricità fine. Con particolare riferimento alle difficoltà grafomotorie: il 20% dei bambini di età scolastica è a rischio di sviluppare tali difficoltà; la percentuale di bambini con deboli competenze grafo-motorie viene situata al 27%; la proporzione di bambini di bambini che hanno difficoltà di scrittura diminuisce con l’età, passando dal 27% della prima classe della scuola primaria al 7% nella quinta. (ZOIA S., BALDI S., SANTINELLI L., CHE COS’È LA DISGRAFIA, CIT., P. 7).

Scrittura (ragazzo di 8 anni) che presenta difficoltà grafo-motorie (immagine tratta da: Lena S., L’attività grafica in età evolutiva, Libreria «G. Moretti», Urbino 2006, p.262).

Scrittura (ragazzo di 9 anni) che presenta difficoltà grafo-motorie (immagine tratta da: Lena S., L’attività grafica in età evolutiva, Libreria «G. Moretti», Urbino 2006, p.262)

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